Se ci pensate, non c’è niente di meglio di un condizionatore per rappresentare l’individuo nella società occidentale contemporanea. Cosa c’è di più simbolico di un oggetto che ti permette di stare chiuso in casa col clima che vuoi, gettando all’esterno l’aria calda? L’aria calda, in questo caso, è lo scarto del nostro benessere, che va ad alimentare l’insopportabile caldo esterno, dal quale ci proteggiamo chiudendo le finestre e accendendo il condizionatore.
Il nostro scarto, che si somma allo scarto del mio vicino, e a quello del suo vicino, eccetera, aumenta la temperatura della città. Il benessere è quindi privato, lo scarto è pubblico. Un benessere che però si fonda su una abitudine di consumo e non su una relazione: si sta al fresco, mentre fuori fa caldo, grazie al fatto che ho potuto permettermi di acquistare e di installare un condizionatore ma anche di pagare l’energia che occorre per farlo funzionare. Lo scarto, l’aria calda, diventa un problema di tutti, che contribuisco a creare ma contemporaneamente dalla quale mi difendo chiudendomi in casa e accendendo lo split. E più voglio stare fresco in casa, quindi più voglio consumare benessere, più produco scarti pubblici.
Anche io ho montato il condizionatore a casa. Nonostante sappia cosa avrebbe comportato, il condizionatore ha migliorato la mia qualità della vita, quella di mia moglie e soprattutto quella del mio cane, che ha nettamente diminuito l’ansimo notturno. Ero sicuramente consapevole che il mio condizionatore avrebbe contribuito ad aumentare la temperatura notturna della città, ma che a conti fatti, avevo anche il diritto di dormire.
Il punto è quindi l’equilibrio tra il benessere individuale e la sua reale sostenibilità. Ma prima ancora è la corretta definizione del benessere individuale. Esiste un modo diverso dal consumo per raggiungerlo? E come si misura?
Quando l’aria condizionata era un lusso per pochi, d’estate di sera si usciva per strada, per prendere aria. Questo significava socializzare il problema (l’eccesso di caldo) e sviluppare su questo una relazione coi vicini. Se il benessere è fondato sul consumo non può che portarci dentro una bolla perfettamente climatizzata e sterilizzata, dalla quale guardare il mondo fuori che brucia.