Una delle conseguenze più serie dello spostamento del processo Ambiente Svenduto a Potenza è che la copertura mediatica da parte della stampa, in particolare quella locale, cambierà. I giornali sono in crisi – più quelli nazionali che quelli locali – per un motivo fondamentale: con l’avvento del web gli editori hanno pensato di poter massimizzare i guadagni, continuando a pagare una fesseria i collaboratori (13 euro lordi a pezzo per i quotidiani pugliesi, se sei fortunato), risparmiando sulla distribuzione. Contemporaneamente i lettori hanno iniziato a cercare contenuti gratuiti (quanti di voi si scaricano i pdf dei giornali? quanti di voi comprano davvero un giornale?), educati dalle piattaforme dove le informazioni iniziavano a circolare liberamente, grazie anche all’innovazione del web 2.0 (tutti possono leggere e scrivere sul web).
Quindi anche la pubblicità si è spostata sulle piattaforme, dato che la capacità di profilazione (vedi il caso Cambridge Analytica) può essere spinta all’atomo, e dato che tutto il mondo ha praticamente almeno un account socia.
Tutto condito, ovviamente dalla campagna sciagurata contro il finanziamento pubblico alla stampa, volta da un lato – giustamente – ad aggredire posizioni di rendita, dall’altro però a indebolire davvero la stampa, il cui alfiere è stato Beppe Grillo e sostenuta dal gregge degli analfabeti funzionali incapace di comprendere come tagliando le risorse, non si sarebbero colpiti solo i giornali di partito (che comunque erano una fonte di informazione trasparente, nel senso che quando leggevi Liberazione sapevi che era un quotidiano di Rifondazione Comunista e che ne sosteneva le tesi, a differenza di ora che è necessario occultare l’appartanenza), ma anche quelle cooperative o quei giornali locali che – dritto o storto – contribuivano a formare la coscienza della comunità.
In questo post pubblicato nell’ambito dell’edizione 2024 del report dell’Osservatorio sul giornalismo digitale della FNSI, da Gabriel Kahn, si legge:
Il giornalismo è un ecosistema. Negli ultimi 25 anni il fitoplancton di questo ecosistema, l’informazione locale appunto, si è eroso a un ritmo allarmante. Il giornalismo locale è il più vicino alla vita di tutti i giorni delle persone. Si occupa di questioni quotidiane, come la sicurezza pubblica, la qualità delle scuole, le condizioni delle strade, la salute delle imprese locali. L’esistenza di un’informazione locale vigorosa dimostra che il giornalismo è una risorsa essenziale per l’andamento della vita civile e democratica.
Citazione tratta da qui
Sui giornali locali ci sono le notizie riguardanti l’andamento dell’azione amministrativa dei Comuni, le indagini delle forze dell’ordine, la qualità della vita nelle scuole, i casi di buona e cattiva sanità, in sostanza come si concretizzano nel reale le dinamiche mondiali. Prendete ad esempio i cambiamenti climatici: solo grazie al giornalismo locale è possibile comprenderne realmente gli impatti.
Il fatto che il processo Ilva si svolgerà a Potenza, di fatto impedirà alle decine di giornalisti locali che – bene o meno bene – raccontavano cosa accadeva nelle aule del tribunale, di raccontare alla comunità tarantina e pugliese cosa accadrà. Di fatto è il processo più che giudiziario, dato che racconta come un vecchio modello di mondo sta lasciando il posto ad uno nuovo.
Finora gli editori hanno tentato di tutto pur di non fare l’unica cosa che serviva davvero per far leggere i giornali: pagare di più i giornalisti. Con 13 euro a pezzo al giorno, quanto tempo pensate si possa dedicare a redarre un articolo che non sia un copincolla di un comunicato stampa? Quale inchiesta si può condurre?
Essere informati è il primo passo per essere buoni cittadini. E questa è una necessità più che fondamentale in questo momento di decadenza del modello occidentale. Votare, acquistare, prendere decisioni, sono tutte azioni che possiamo compiere in maniera efficace solo se leggiamo il foglietto illustrativo, che sono appunto le notizie. Altrimenti è come vagare al buio, sperando che quel bagliore in fondo sia la luce e non la fiamma della ciminiera di un’acciaieria.
La partita non è chiusa, e i giocatori in campo non sono ancora stanchi. Anche perché probabilmente – la butto lì – sono i giornali in crisi, ma chi l’ha detto che i giornalisti abbiano davvero bisogno dei giornali?